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Innokentij Annenskij
Lo scrigno di cipresso. Trifogli
 
pp. 288, euro 28
 
 
 
 
Quarta
Foschia lilla
La nostra via ha coperto la neve,
scorre sul manto, lilla, la foschia.
Alla finestra ha guardato passando
e ho compreso: l’amavo da sempre.
Così pregavo la foschia lilla:
«Stai qui con me, vieni nel mio nido,
non per fugare la mia nostalgia,
ma per spartire, diletta, la tua».
Ho udito la risposta da lontano:
«Rintraccia tu, se mi ami, il luogo dove
il ghiaccio sopra il gorgo è blu e fine,
là resterò un’oretta dopo il volo,
ma noi non siamo tipi da stufetta…
Chi sta con me è libero e sfrontato».
Risvolto
Poeta, traduttore e critico, annoverato fra i massimi esponenti del
Secolo d’Argento, Innokentij Annenskij (1855-1909)
è la radice sepolta che filtra e traduce i nutrimenti del
simbolismo europeo in nuove forme liriche, abbeverando il grande albero
della poesia russa del Novecento. La sua opera in versi, praticamente
sconosciuta ai suoi contemporanei, acquisirà
un’immensa fama dopo la sua prematura scomparsa, meritandogli
l’appellativo di «poeta dei poeti» e
andando a influenzare in maniera decisiva il gusto dei lirici russi di
ogni generazione, e in particolare di acmeisti quali Gumilëv,
Mandel’štam e Anna Achmatova, che nel 1945 gli
dedicherà il componimento Ucitel’ (Il maestro).
Quella di Annenskij è una poesia dai contorni tenui e
sfumati, malinconica ma mai arrendevole, in costante equilibro tra vita
quotidiana e simbolo. Nei suoi versi si respira un’aria di
peculiare e impalpabile nostalgia, che affiora, utilizzando le parole
dei curatori di questo libro, come sentimento di «rimpianto
per ciò che mai si è dato, che solo balugina in
immagini smorzate in cui anche gli inattesi fulgori e abbagli sono
ulteriori emblemi dell’assenza».
Colmando una lacuna editoriale, dovuta in parte alla reputazione di
«poeta intraducibile» che circonda
l’autore, presentiamo in questo volume la versione integrale
dei Trifogli, prima sezione della raccolta postuma Lo scrigno di
cipresso, nella traduzione metrica di Laura Salmon –
slavista, traduttologo e traduttrice di numerosi capolavori russi
–, capace di restituire fedelmente e virtuosisticamente ai
lettori italiani un tassello fondamentale della poesia del Novecento.
Introduce il volume un saggio di Natalia Osis, russista e drammaturgo.
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