Armand Robin

L'indesiderabile

La falsa parola e altri scritti

pp. 152, euro 18

 

Armand Robin, nato in Bretagna nel 1912 e morto a Parigi nel 1961, è una delle figure più eccentriche e incollocabili del ’900 francese e non solo. Egli è stato poeta, giornalista/polemista, critico letterario, ma soprattutto traduttore da un numero impressionante di lingue (italiano, tedesco, russo, polacco, ebraico, arabo, cinese, ecc.). Durante la guerra si inventò il mestiere di stilare bollettini d’ascolto delle trasmissioni radiofoniche nelle varie lingue del mondo, specializzandosi nell’analisi della situazione politica internazionale; fece questo lavoro dapprima per il regime di Vichy, ma ben presto prese a stilarne copia anche per i partigiani francesi. Dopo la guerra, avversato dai comunisti per il suo feroce antistalinismo così come era stato pesantemente minacciato dalla Gestapo, aderisce alla Federazione anarchica e diventa collaboratore della rivista «Le libertaire». Muore a Parigi, nel 1961, dopo un arresto per un alterco in un locale, mentre è sotto custodia della polizia e in circostanze mai chiarite.

In questo libro raccogliamo i suoi testi in prosa più importanti, dalla sua teoria del linguaggio a quella sociologico-politica, non trascurando quelli, potentissimi, di taglio più pamphlettistico.

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