Georg Trakl
Quaranta poesie
A cura di Dario Borso
pp. 176, euro 22
Immagino che perfino chi gli sta vicino, premuto per
così dire contro il vetro, avverta queste vedute e questi
colpi d’occhio sempre come un escluso: il vissuto di Trakl
infatti avanza come in immagini riflesse e riempie tutto il suo spazio,
che è inaccessibile come lo spazio nello specchio. (Chi mai
sarà stato?)
Rainer Maria Rilke a Ludwig von Ficker, febbraio 1915
Risvolto
Georg Trakl (Salisburgo, 3 febbraio 1887 – Cracovia, 3
novembre 1914), esponente sommo dell’espressionismo e ponte
ideale tra gli altri due geni poetici di lingua tedesca, lo svevo
Hölderlin e il bucovino Celan, concentrò
nell’ultimo triennio della sua giovane vita una produzione in
versi e in prosa tanto scarna quanto densa, tanto ardente quanto
rigorosa. Fra tragedie familiari (la sorella suicida cui era
legatissimo) e tragedie epocali (la Prima guerra mondiale dove
trovò la morte da soldato), la sua voce non mancò
mai di ergersi lucida e straniera, di quelle facendo materia per se
stessa e per chi l’avrebbe udita.
Posti in ordine cronologico, i quaranta componimenti poetici di Georg
Trakl qui raccolti, in una nuova traduzione che parte da una selezione
che il poeta Antonio Porta stilò l’anno di morte
1989, danno un’immagine complessiva di questo grande poeta
austriaco su cui nel corso del Novecento si sono cimentati traduttori,
critici ma anche grandi pensatori, di una tale grandezza che rivela
piena capacità di entrare in consonanza anche con il nostro
presente.
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