Maurizio Marotta
Ombra da viaggio
Poesie (1983-2017)
a cura di Roberto Deidier
 
pp. 208, euro 26
 
 
Quarta
In un attimo la nuvola e mia madre
furono l'ombra della stessa cosa.
Sagoma e cuore per sparire altrove
in una luce aperta di collina tutta azzurra.
Per un attimo la nuvola è mia madre
opera di sola aria e di calore.
Risvolto
Roland Barthes ci ammoniva a proposito degli
aggettivi, richiamando alla nostra attenzione quanto fossero carichi
dell'immaginario e dell'ideologia di un autore.
In Marotta il primo aggettivo a venirci incontro
è <<oscuro>>, che segna ancora
una volta l'umbratile personalità di un viaggiatore
malinconico;
ma è anche il viaggiatore che s'avvia
sotto il cielo, altrettanto oscuro, di una <<lucida
tempesta>>.
C'è molto Novecento in questo
autoritratto che prosegue, impietoso, nel magro bilancio di una
sconfitta: se il viaggio è una
<<staffetta>>, il tragitto si è
complicato, finanche sottratto e nessuna
<<notizia>> è mai giunta a
destinazione; ma forse, è proprio in questa sconfitta la
natura più vera della poesia, e in particolare dei versi di
Marotta.
Dalla Introduzione di
Roberto Deidier.
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