Nikolaj Fëdorov, Valerij Brjusov, Jakov Okunev
Il mondo dei posteri
Utopia e distopia nella Russia del primo Novecento
pp. 128, euro 18
Quarta
– In effetti, – iniziò a comunicare telepaticamente il Presidente, –
noi abbiamo un nemico con cui non possiamo, non siamo ancora stati in
grado di combattere. Questo nemico è l’atavismo. Non siamo stati capaci
fino al momento presente di captare l’attitudine a compiere
all’improvviso azioni inconsulte, così come aveva fatto un lontano
sconsiderato antenato, ed ecco, sono proprio questi atavisti, che
talora soggiacciono a
incomprensibili pulsioni interiori definite «compassione», «amore», o
anche «indignazione», che trasgrediscono talora le regole della nostra
Comunità. Certo, sono umani malati, e nella nostra Comunità da molto
tempo quei malati che sono impossibilitati a lavorare subiscono la
stessa sorte dei deboli e degli anziani; ma si tratta di una malattia
congenita e non è senza rincrescimento che dobbiamo constatare che
l’insorgenza di essa non può essere prevista.
da Atavismo
Risvolto
L’antologia Il mondo dei posteri – Utopia e distopia nella Russia
del primo Novecento propone al lettore italiano un viaggio mai
prima intrapreso nella fantascienza russa e sovietica degli albori, i
cui testi restano ancora in larga parte inediti. Essa, affiancandosi
agli esempi ben più popolari di Jules Verne, Camille Flammarion, ed
Herbert George Wells, sviluppa un tipo di narrazione che pone al centro
le conseguenze del progresso illimitato della scienza (quella che poi
verrà definita futurologia), e apre le porte a tutta una tradizione
successiva, come quella dei fratelli Boris e Arkadij Strugackij o
Stanisław Lem, che sarà destinata a un riconoscimento
internazionale. Presentiamo qui quattro testi: Atavismo (1899)
e Una sera... del 2217 (1906) di Nikolaj Fëdorov; La
repubblica della croce del sud (1907) di Valerij Brjusov; e un
capitolo dal romanzo Il mondo dei posteri (1923) di Jakov
Okunev, intitolato Il risveglio. Valerij Brjusov (1873-1924) fu
tra i massimi poeti tra il xix e il xx secolo in Russia, caposcuola
della scuola simbolista e famoso in vita anche all’estero. Jakov Okunev
(1882-1932) è invece sostanzialmente ignoto al lettore non russofono,
fu scrittore e giornalista, autore di varie opere a tema utopistico e
distopico. L’autore dei primi due testi infine, Nikolaj Fëdorov, è dato
come ignoto, ma in base alle nostre ricerche potrebbe trattarsi di uno
pseudonimo dell’autore polacco Ferdynand Antoni Ossendowski (1878 –
1945).
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